
La monoposto più lenta della storia (Facebook) - www.ToBike.it
Hai mai sentito parlare dell’auto da Formula Uno più lenta del mondo? Purtroppo, è italiana!
Sulle automobili e le monoposto che hanno dominato i circuiti di mezza Europa e tutto il mondo, sono state scritte colonne su colonne di cronaca, negli anni. Come è giusto che sia. Altre auto invece, sono state quasi dimenticate e sono rimaste piccoli paragrafi ai lati delle cronache, spesso, relegate alle ultime posizioni della griglia di partenza o di arrivo. O addirittura, non qualificate alla gara.
Sfortunatamente, l’auto di cui parliamo oggi – tra l’altro italiana! – è proprio una di queste vetture. Parliamo di quella che se prendiamo i dati e i risultati netti in pista, è semplicemente la monoposto più lenta che si sia mai vista. In uno sport dove il punto è sviluppare le prestazioni migliori possibili in pista per competere, capite bene che questo era un limite mica da ridere.
Partiamo dal principio e spostiamoci nel 1990 quando un talentoso ingegnere di nome Ernesto Vita decise di provare il grande salto ed entrare in Formula Uno: l’arma segreta nella sua manica era un motore V12 ad assetto radiale, più piccolo rispetto al classico V12 Ferrari a cui siamo tutti abituati. Questo perché in un motore radiale, i cilindri sono disposti attorno all’albero motore, a stella, per capirci. Da questo ambizioso progetto nacque la Life, una scuderia iconica quanto sfortunata…
Lenta e impacciata
Con questa monoposto chiamata Life 190 o 190W la scuderia si presentò con grandi aspettative alle pre qualifiche del Mondiale di Formula Uno del 1990. Guidata da Gary Brabham, figlio d’arte di Jack Brabham, la Life 190 si fece vedere in pista per la prima volta alle qualifiche del Gran Premio di Stati Uniti di quell’anno. Dire che le cose andarono male sarebbe un eufemismo.

Purtroppo, la vettura – specie a causa del poco budget del suo creatore – non era minimamente competitiva e soffriva di enormi problemi di affidabilità e di un assetto del tutto sballato: tra ritiri e pochi arrivi a traguardo, la vettura si dimostrò talmente lenta da non poter teoricamente correre nemmeno in Formula 3 con tempi decenti. Un esempio? In una qualifica venne staccata di ben 5 minuti dalla Eurobrun, altra vettura più lenta in griglia con un tempo superiore ai 7 minuti sul giro secco!
Alla fine, la Life si rivelò un fallimento: la sua velocità massima era di almeno 60 chilometri orari inferiore alle altre auto della griglia e nonostante la geniale intuizione di Vita e dei suoi collaboratori, il budget per realizzare l’auto era stato troppo ridotto e i tempi ed i mezzi per studiare la vettura troppo ristretti. Della Life ci rimane una storia assurda, quella di un’auto da corsa che in fin dei conti, da “corsa” aveva davvero poco purtroppo.